L’IMPORTANZA DEL CORSIVO: COLLEGAMENTO TRA MANO E CERVELLO
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Novembre 18, 2019Il GATTONAMENTO: perchè è così importante e perchè non bisogna trascurare questa tappa? Siamo due neuropsicomotriciste (formatrici, ideatrici di libri e schede operative, psicomotriciste funzionali, terapiste itard,) esperte da circa dieci anni nel settore dei vari disordini del neurosviluppo. Abbiamo pensato di approfondire questo argomento poichè spesso i genitori ci riferiscono che il loro piccolo (con varie difficoltà motorie, prassiche o di apprendimento) ha saltato questa tappa o l’ha eseguita in maniera scorretta. Inoltre, ci capita sentire che alcuni professionisti riferiscano ai genitori che saltare questa tappa motoria e passare direttamente alla deambulazione non abbia nessuna importanza ma vedremo che non è così. E’ opportuno ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi che vanno rispettati. E’ stato dimostrato che GATTONARE è estremamente importante per lo sviluppo motorio e cognitivo dei bambini: non si tratta di una tappa della crescita “di serie B” ma di un periodo durante il quale il bambino comincia a sviluppare importanti capacità che sono dei requisiti per i futuri apprendimenti e per lo sviluppo emotivo e sociale.
Il gattonamento (che in genere inizia tra i 9 e i 10 mesi) prepara e allena il bambino alla sua futura coordinazione motoria; inoltre il passaggio dalla posizione quadrupedica a quella bipede (in piedi) permette la formazione delle curve fisiologiche.
Non è importante anticipare le tappe motorie quanto raggiungerle quando si è veramente pronti! Non tutti i bambini gattonano: alcuni lo fanno per pochissimo tempo, altri si spostano strisciando sul sedere, ecc. Cari genitori, non preoccupatevi perchè non gattonare non significa che inevitabilmente il vostro bimbo avrà problemi motori e cognitivi.
Benefici del GATTONAMENTO:
- Aumenta la coordinazione occhio-mano prima e successivamente mano-occhio-piede-corpo: quando i piccoli esaminano un oggetto, ad esempio, imparano a sviluppare la distanza ed il posizionamento e a sfruttare il movimento delle mani per raggiungerlo in sincronia con gli occhi, che devono poter lavorare insieme.
- Impara a sviluppare la visione binoculare, ovvero il meccanismo grazie al quale percepiamo ciò che vediamo come un’immagine unica nonostante lo stimolo visivo ci arrivi da due fonti diverse: il bambino guarda la distanza, vale a dire il punto dove vuole arrivare e riporta gli occhi alle sue mani che devono muoversi per giungere a destinazione.
- Sviluppa la propriocezione: impara a percepire la posizione del corpo nello spazio e il grado di contrazione dei propri muscoli anche senza l’aiuto visivo e rafforza i muscoli del tronco, delle spalle e delle mani.
- Sviluppa le funzioni cognitive. Avete mai sentito parlare del lato destro e sinistro del cervello? Per poter funzionare al meglio, queste due parti devono essere in piena comunicazione tra loro, e la loro capacità di comunicare non è un’abilità del tutto innata. I movimenti richiesti per gattonare portano i due lati del cervello ad interagire e a comunicare tra loro attraverso scambi elettrici, creando aree di informazioni importanti per la maturazione delle diverse funzioni cognitive: in tal modo anche i neuroni si organizzano e hanno un ruolo cruciale in alcuni processi come l’apprendimento, la concentrazione e la memoria.
- Aumenta la fiducia in se stesso: il bambino impara anche a prendere decisioni circa la destinazione e la velocità, e sperimenta il piacere provocato dal raggiungimento del suo obiettivo.
- Sviluppa lo schema crociato, ovvero la funzione neurologica per cui il braccio destro si muove in sincronia con la gamba sinistra e viceversa.
Un bambino che gattona rappresenta un progresso sia a livello fisico che neurologico; muoversi in questo modo lo prepara anche a sviluppare successivamente competenze più complesse, come ad esempio la capacità di leggere e scrivere.
Il bambino si sviluppa passando attraverso fasi precise e programmate; vi sconsigliamo di anticipare le “tappe motorie” poichè portano a una disorganizzazione neurologica. Alcuni studi hanno trovato dei collegamenti tra il mancato gattonamento e la dislessia, la cattiva coordinazione, la mancanza di concentrazione e i disturbi dell’apprendimento. Tutto questo è dovuto ad interferenze di sviluppo neurologico, di integrazione tra emisfero destro e sinistro; questo non significa che l’assenza di gattonamento sia la causa delle condizioni sopracitate, ma che esistono problematiche preesistenti che impediscono o rallentano il gattonamento ed influiscono anche sui problemi di cui vi abbiamo parlato.
Perché un bambino non gattona?
Dipende da molte variabili, non solo dalla maturazione del sistema nervoso centrale, ma anche dalla risultante di una serie di fattori che cooperano tra loro: fattori ambientali o motivazionali (un bambino che spesso viene tenuto in braccio, o nel box o nel girello sarà poco motivato).
Quali sono i consigli e gli esercizi che possiamo fornire ai genitori a casa?
- Non anticipare le tappe, anche se tutti siamo fieri di mostrare come il nostro bambino cammina e mangia precocemente da solo.
- Lasciare il bambino a pancia in giù (utilizzando un tappeto posto per terra e sotto la supervisione dell’adulto) anche durante il cambio del pannolino, e successivamente anche per pochi minuti durante il giorno: è un’ottima palestra per rafforzare i muscoli del tronco, braccia, spalle. Intorno ai 3-4 mesi riuscirà a sostenere la testa e a guardarsi intorno.
- Mettersi a terra insieme al bimbo per farlo sentire più a suo agio, specialmente all’inizio, invogliarlo a gattonare mettendo il suo giocattolo preferito davanti a lui a una certa distanza: in questo modo proverà a raggiungerlo spostandosi, cominciando ad entrare nella dinamica di muoversi per arrivare a una destinazione.
- Limitare il tempo che il bimbo passa su seggiolone, passeggino, ovetto o girello.
- Se il bambino è alimentato con formula, dare il biberon non sempre dallo stesso lato così da non limitare sempre lo stesso braccio e lo stesso occhio, ma alternare le posizioni per lo sviluppo bilaterale di occhio e braccio.
COSA CONSIGLIAMO IN SINTESI?
Lasciate il bambino completamente libero di esplorare il mondo che lo circonda in autonomia ( senza utilizzare metodi o accessori potenzialmente dannosi) e le sue nuove capacità motorie.
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Neuropsicomotriciste – Psicomotriciste funzionali – Applicatrici di metodi – Formatrici – Ideatrici e realizzatrici di schede operative
Dott.ssa TABELLIONE FRANCESCA
Dott.ssa D’ANTONIO ERIKA
6 Comments
Molto utile conoscere qs cose
Salve, vorrei un chiarimento in merito al gattonare con il sedere. Il mio bimbo ha quasi 11 mesi e non gli piace assolutamente stare a pancia in giù, urla e piange perché non vuole. Non gattona nel modo classico ma preferisce spostarsi con il sedere. Vorrei chiederle se può procurargli dei problemi alle anche facendo così o altri problemi. La ringrazio.
molto inteeressante e di aiuto
Grazie per le informazioni. Ho due bambino di otto anni e si è sempre spostato strisciando sul sedere e a dieci mesi si è messo in piedi da solo. Ma a me quanto pare ha ugualmente il disturbo dell’attenzione. La bimba più piccola ha otto mesi e di mettersi a gattonare non ci pensa minimamente. Passa tanto tempo sul tappeto dove gioca ma seduta e anche lei striscia per raggiungere le cose. Come posso aiutarla a gattonare?
Buongiorno,
sono una collega osteopata e mi piacerebbe trovare gli articoli degli studi fatti tra gattonamento e relazione con dislessia, disgrazia etc…
Grazie mille
Giulia Pessino
Menzionate alcuni studi scientifici,
prego di mezionare le fonti dei dati e autori delle pubblicazioni