LO SCHEMA CORPOREO
Marzo 3, 2021LE ‘CRISI’ DEI BAMBINI: PERCHÉ SONO NORMALI E COSA POSSIAMO FARE A RIGUARDO
Marzo 3, 2021La Disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici sia quelli numerici. Essa riguarda esclsivamente il grafismo, gli aspetti esecutivo-motori, visuo-motori ma può anche influenzare le regole ortografiche a causa della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione.
1. POSIZIONE E PRENSIONE
Il bambino disgrafico scrive in modo molto irregolare, manifesta una impugnatura dello strumento grafico scorretta e spesso la sua mano scorre con fatica sul foglio. Anche la postura del corpo è inadeguata: il gomito non sempre viene appoggiato sul tavolo e il busto è eccessivamente inclinato. La mano non dominante non tiene fermo il foglio affinché si evitino spostamenti che possano incidere sulla qualità del tracciato grafico, ma è utilizzata per giocherellare con il materiale presente sul tavolo (gomma, matita)
2. ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO GRAFICO
Si evidenzia una difficoltà nell’organizzazione dello spazio-foglio: il bambino manifesta una difficoltà visuo-spaziale, fa fatica a rispettare i margini del foglio/quaderno, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue il rigo (procede sopra e sotto rispetto allo stesso) né il quadretto di riferimento
3. PRESSIONE SUL FOGLIO
Il bambino disgrafico manifesta anche un’alterazione del tono muscolare, in eccesso o in difetto, denominata “paratonia” che influisce sul tratto grafico il quale si presenta o troppo forte o troppo debole (il b.no non riesce a regolare la pressione della mano sul foglio). Sono inoltre frequenti le “sincinesie”, ovvero atti motori involontari non direttamente implicati nell’attività grafica
4. DIREZIONE DEL GESTO GRAFICO
Si osservano inversioni sia nella direzionalità del gesto grafico, ad esempio nella riproduzione dei grafemi (dal basso verso l’alto) o nella chiusura del cerchi (in senso orario anziché antiorario) sia nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra
5. PRODUZIONI GRAFICHE
Il bambino disgrafico presenta difficoltà anche nella riproduzione di forme geometriche (triangolo, quadrato, rettangolo – non riproduce bene gli angoli e tende spesso a non chiudere bene le figure), nel disegno spontaneo, che spesso è immaturo e manca di particolari, con difficoltà evidenti nella pianificazione e riproduzione grafo-motoria
6. ESECUZIONE DI COPIE
La copia di parole e di frasi è scorretta e sono frequenti le inversioni del gesto grafico come conseguenza di immaturità nella coordinazione oculo-manuale, ovvero della difficoltà di seguire con lo sguardo il proprio gesto grafico. Risulta difficoltosa la copia dalla lavagna, poiché il bambino deve prestare attenzione a più compiti in contemporanea: distinguere la parola dallo sfondo, spostare lo sguardo dalla lavagna al foglio, riprodurre i grafemi, dunque unire le coordinate spazio-temporali
7. DIMENSIONI E UNIONE DEI GRAFEMI
Si evidenzia una notevole difficoltà nella riproduzione delle dimensioni delle lettere, le quali risultano troppo grandi o troppo piccole. Pertanto si assiste ad una irregolarità nelle dimensioni e un’alternanza di micro e macrodimensioni. Inoltre il bambino, mancando di fluidità, spesso tende ad unire le singole lettere o, al contrario, a slegarle. Il tratto grafico è irregolare (dimensione, spessore, ritmo, chiusura, spazio) e la grafia è discontinua (si osservano riprese grafiche e frequenti ritocchi)
8. RITMO GRAFICO
Si evidenzia un’alterazione del ritmo di scrittura: il bambino alterna lentezza a precipitazioni e la sua mano esegue movimenti a scatti, con frequenti blocchi, interruzioni, discontinuità: questo impedisce di realizzare quell’armonia tipica del gesto grafico e che caratterizza una scrittura fluida e lineare
Dott.ssa Francesca Tabellione, Erika D’Antonio
tnpee, psicomotriciste funzionali, terapiste itard, riabilitatici del gesto grafico, supervisori e ideatrici di volumi educativi/riabilitativi, specializzate nella valutazione e nel trattamento dei disordini dell’età evolutiva