
DIETRO UN PROBLEMA DI LINGUAGGIO


“Mio figlio manifesta un’assenza del gesto deittico – non indica per richiedere un oggetto desiderato, non condivide con il caregiver l’attenzione e l’emozione verso un gioco (l’attenzione condivisa – guardare insieme, verso – una persona, un oggetto o un evento rappresenta un importante requisito per il normale sviluppo cognitivo del bambino, in particolare per lo sviluppo del linguaggio, per lo sviluppo delle abilità relazionali e per la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro. Questa abilità si realizza tramite la condivisione dello sguardo o di un gesto che permette di stabilire, mantenere e dirigere l’attenzione), vi è un’assenza del gioco simbolico tra i 18 e 24 mesi (il gioco simbolico è una modalità di gioco in cui il bambino rappresenta, attraverso il materiale che ha a disposizione, qualcosa che non è presente realmente e permette al bambino di fare un’esperienza creativa, simbolica, motoria e sensoriale. Durante questa modalità di gioco, i bambini non stanno “imitando” qualcuno o qualcosa, ma stanno “interpretando” a loro piacimento una storia. Proprio per questo motivo, il gioco simbolico diventa un modo per esprimere la sfera affettiva, emotiva e relazionale del bambino e per arricchire il proprio lessico), un’assenza della lallazione e un ritardo di linguaggio manifestando, a circa 2 anni, un vocabolario di sole 20 parole (sebbene la lallazione inizi molto prima, di solito intorno agli 8-9 mesi, lo sviluppo del linguaggio vero e proprio, in cui il bambino prova a chiamare oggetti e persone associandoli a un nome, è successivo e si verifica, generalmente, tra i 13 e i 18 mesi. Di solito intorno ai 24 mesi il bambino ha sviluppato un vocabolario di circa 100 parole, ma è intorno ai 30 mesi che inizia a comporre vere e proprie frasi di più di due parole), non riesce a farsi comprendere comunicando solo attraverso i gesti e va in frustrazione, adottando di conseguenza atteggiamenti oppositivi o di pianto inconsolabile”