DISPRASSIA EVOLUTIVA: COSA SIGNIFICA LAVORARE CON I BAMBINI DISPRASSICI? E PERCHÉ È COSÌ DIFFICILE RICONOSCERE QUESTO DISTURBO APPARENTEMENTE INVISIBILE?
Marzo 16, 2023FUNZIONI PSICOMOTORIE, DISTURBO DI DISPREVALENZA E DISTURBI DI REGOLAZIONE E DELL’INTEGRAZIONE SENSORIALE DA 0 A 3 ANNI
Giugno 13, 2023FASI DI SVILUPPO DELLO SCARABOCCHIO
I primi segni della matita sul foglio sono più il prodotto di colpi che di sfregamenti e, a volte, i colpi sono così energici da provocare dei buchi nel foglio. Il controllo motorio del bambino è ancora molto limitato mentre la carica di energia e di entusiasmo è grande.
Alle origini l’attività grafica è essenzialmente un fatto organico: il segno è la conseguenza del gesto.
Lo sforzo grafico non è affatto limitato solamente alla mano e al braccio, ma impegna la partecipazione di tutto il corpo.
Il bambino è in grado di sperimentare visivamente ciò che prima aveva sperimentato solo cenesteticamente. In questo stadio il bambino varia i movimenti e può fare a piacere linee verticali, circolari, orizzontali padroneggiando e affinando l’abilità grafica.
L’intenzione di controllare il gesto nasce dall’esame della traccia ed è resa possibile solamente dalla maturazione motoria. Dai
tracciati caotici che hanno inizio verso i 16-18 mesi prenderanno vita e si differenzieranno due attività grafiche: la scrittura e il disegno; tali attività, sotto la spinta della maturazione intellettiva, assumeranno le loro caratteristiche specifiche.
Ma per molto tempo ancora il bambino è affascinato dal suo scarabocchiare disordinato: egli non tenta di realizzare alcuna immagine visiva e sarebbe perciò sbagliato, in questa fase, volerlo indurre a rappresentare oggetti reali, in quanto lo scarabocchiare rappresenta una forma di gioco.
Soltanto tra i 2 e i 3 anni il bambino comincia a dare un nome al suo scarabocchio. Lo scarabocchio provoca piacere motorio e visivo, un’espressione dei movimenti della mano e del braccio sostenuti da una attività globale di tutto o parte del corpo.
A 2 anni compaiono i segni circolari e ad angolo; a questa età il bambino non solleva volentieri la matita dal foglio e con molta facilità ne supera i bordi.
A 2 anni e mezzo, aumentando il controllo motorio, il bambino non supera più i bordi e fa scivolare la matita con movimenti che ora guida con lo sguardo.
Appaiono così i primi scarabocchi sistematici articolati in uno o più riccioli; successivamente vengono disegnati la spirale e un cerchio
con molte circonferenze sovrapposte.
A 3 anni il bambino non scarabocchia più per il solo piacere del movimento o per sentire la resistenza della matita contro il foglio, bensì per rappresentare sensazioni interne vissute
intensamente.
A quest’età appaiono cerchi, semplici croci, spazi chiusi, configurazioni a sbarre. È solo verso la fine dei 3 anni che i bambini iniziano a disegnare figure che assomigliano ad abbozzi
di casa e di sole.
A 4 anni emergono le prime schematiche figure umane mentre alcuni bambini disegnano anche qualche lettera dell’alfabeto. È a quest’età che il bambino esce definitivamente dalla fase dello
scarabocchio per entrare in quella figurativa.
STADI EVOLUTIVI DELLA SCRITTURA
Quella della scrittura è un’attività che richiede movimenti delicati dei muscoli del braccio, del polso e della mano, movimenti coordinati e di grande precisione. Per poter scrivere il bambino deve aver raggiunto la complessa maturazione di alcune capacità motorie.
Le condizioni psicofisiche indispensabili al raggiungimento di tale studio grafico si manifestano verso i 5-6 anni.
Verso i 3 anni il bambino sviluppa la tendenza a chiudere le forme aperte ed impara a guidare meglio la matita che viene tenuta solo con le dita. La mano è ancora intraruotata, ma inizia a comparire il movimento del polso.
A 4 anni alcuni bambini disegnano qualche lettera dell’alfabeto in mezzo a fiori, case e farfalle. Ma non è ancora scrittura, bensì disegno riproduttivo; le lettere sono perciò quasi sempre inclinate,
capovolte e speculari.
A 5 anni il bambino scrive alcune lettere e in certi casi impara a tracciare, a caratteri grandi e irregolari, il proprio nome.
A 6 anni il bambino scrive tutte le maiuscole sbagliando l’orientamento di alcune: di solito la direzione orizzontale, più raramente quella verticale.
ACQUISIZIONE DELLE COMPETENZE PSICOMOTORIE
Lo sviluppo grafo-percettivo si fonda sulla strutturazione dello schema corporeo, dello spazio-temporalità, della lateralità, costituendone la logica prosecuzione; l’elemento nuovo e fondamentale che opera in tale settore è la capacità di «significare».
Essa viene intesa come capacità di tradurre le diverse esperienze senso-motorie legate allo schema corporeo, allo spazio-tempo, in segni grafici compresi in uno spazio-tempo (quello del
foglio su cui si scrive, per esempio).
Il bambino, prima di imparare a scrivere, ha imparato a dare un significato alle esperienze senso-motorie fatte (sa cos’è un tondo, una linea retta, una curva, una spezzata perché lo ha vissuto) a
questo punto si trova a poter applicare ciò che ha vissuto a un campo ristretto particolare: il disegno-scrittura in uno spazio ben definito (foglio, lavagna ecc.).
I PREREQUISITI
I prerequisiti che occorrono per compiere un atto grafico corretto possono ritenersi i seguenti:
– Corretta posizione del corpo e del braccio in rapporto al piano grafico;
– Indipendenza progressiva: braccia-tronco, mano-braccio, dita;
– Rilassamento globale e segmentario (nel caso: spalla, braccio, polso, mano)
– Organizzazione del gesto;
– Capacità di controllo del gesto (inibizione volontaria);
– Educazione del gesto fine: prensione della matita;
– Pressione sull’oggetto usato per «scrivere»;
– Coordinazione oculo-manuale;
– Organizzazione nello spazio
– Strategia di esplorazione visiva dello spazio e progressione da
sinistra a destra e dall’alto
verso il baso;
– Rappresentazione di rapporti spaziali semplici;
– Organizzazione temporale: nozione di prima e dopo; comprensione di successione, di ordine, seriazione (ritmo);
– Percezione visiva esatta, senza difficoltà o disturbi delle capacità di analisi;
– Lateralità affermata;
– Possibilità di transfert e reversibilità del pensiero (passaggio dal piano spaziale al piano temporale e viceversa; modificazione dei simboli);
– Possibilità di richiamare e mantenere l’attenzione in una situazione determinata.
Tutti i fattori sopra esposti si collegano alla organizzazione dello schema corporeo: solamente se c’è conoscenza di sé e della propria collocazione nello spazio è possibile non solo procedere all’esecuzione ordinata di un atto, ma anche di averne coscienza e padroneggiarlo, imprimendogli la direzione che si vuole e prevedendone le conseguenze.
ESERCIZI PER L’APPRENDIMENTO STRUMENTALE E FUNZIONALE DELLA SCRITTURA
1. Manipolazione degli oggetti (attraverso il corpo) per sentirne la morbidezza o la rugosità, la plasticità, lo spessore, la forma, la grandezza.
2. Visualizzazione degli oggetti per differenziarne le forme (grande-piccoli, grosso-sottile, spesso-fine ecc.), per discriminare il colore.
3. Orientamento degli oggetti rispetto al sé (vicino-lontano, sopra-sotto, davanti-dietro).
4. Costruire con cordicelle flessibili figure non geometriche (curve) e riprodurle su grandi fogli.
5. Costruire con bastoncini figure derivanti da rette (“V”,”+” ,”Λ”, ecc.) e riprodurle su grandi fogli.
6. Disporre gli oggetti in senso sinistra-destra (dando un punto di riferimento iniziale).
7. Da una disposizione di «segni» rappresentanti oggetti su un foglio, ripetere la situazione con oggetti (riferimento dal «segno» al concreto).
8. Tentativi di riprodurre situazioni vissute personalmente, in gruppo, con oggetti.
9. Orientamento degli oggetti fra loro e nello spazio; strutture di oggetti nello spazio; trasposizione grafica delle strutture liberamente costruite.
10. Analizzare un insieme di oggetti, scomporli, rimetterli insieme, riprodurli senza guardare
il modello.
ESERCIZI PER LA PERCEZIONE E LA RIPRODUZIONE DELLE FORME
La conoscenza e la discriminazione di forme hanno una notevole importanza in ordine all’apprendimento della lettura e della scrittura e sono strettamente legate alla situazione
motoria del fanciullo (soprattutto della motricità manuale) e alla sua capacità senso-percettiva.
Si inizia con percezioni tattili muscolari, visive e motorie e con l’impiego di materiali a tre dimensioni; gli esercizi puramente visivi e con materiale a due dimensioni, sono più astratti, richiedono maggiore capacità di concentrazione e, almeno in un primo tempo, sono meno adatti a stimolare l’interesse del bambino.
RIPRODUZIONE DI FORME
La scrittura richiede una buona capacità di riproduzione di forme, tale riproduzione deve essere preceduta da esperienze motorie che aiutino ad analizzare ed interiorizzare la forma stessa.
La riproduzione del cerchio può essere preceduta dalle seguenti esperienze:
– camminare su un cerchio disegnato a terra dall’insegnante;
– disporsi in circolo con i compagni;
– riprodurre il cerchio con le braccia;
– formare sul pavimento un cerchio con una corda
Le figure geometriche vengono riprodotte, dapprima su un piano parallelo al modello, in seguito eseguendo il passaggio dal piano verticale a quello orizzontale. Per il quadrato, il rettangolo e il
triangolo sarà utile la riproduzione con bastoni.
ESERCIZI PER L’ACQUISIZIONE DELLE CONDOTTE MOTORIE PER L’ATTIVITA’ GRAFICA
Nei vari metodi usati per migliorare le attività del bambino nello scrivere e nel disegnare si rintracciano due obiettivi principali: il primo è di far acquisire un migliore rilassamento nel movimento dello scrivere; il secondo è di aumentare il controllo dei movimenti dello scrivere.
Sembra opportuno includere nei programmi educativi attività miranti a migliorare sia la percezione che la fluidità del movimento. Se un bambino sembra capace di fare movimenti rilassati e
coordinati in spazi relativamente ampi, gli si deve chiedere poi di fare movimenti più precisi ed in spazi minori.
Se il tentativo di fare movimenti precisi (necessari per scrivere lettere e numeri) si manifesta con movimenti rigidi e limitati, l’insegnate/educatore deve inserire nel programma educativo attività comprendenti movimenti che liberano l’arto superiore utilizzando ampie superfici (lavagna, grandi fogli di carta).
L’obiettivo principale dei programmi miranti a migliorare la coordinazione oculo-manuale e le condotte motorie, coinvolte direttamente nell’atto grafico, è quello di organizzare la capacità di
scrivere su una varietà di superfici in vari piani, e di facilitare l’esecuzione di numerosi tipi di movimenti in tutte le direzioni relative al proprio corpo.
Occorre fare eseguire al bambino tutta una serie di esercizi riguardanti, soprattutto, la programmazione e l’esecuzione di movimenti fini a livelli, sempre più alti di integrazione
neurologica: la motricità cosiddetta fine è possibile soprattutto mediante l’opposizione del pollice alle altre dita.
Gli esercizi che aiutano il rilassamento segmentario, la motricità fine delle mani e il controllo del movimento della mano in modo selezionato, preparano le abilità indispensabili per l’apprendimento della scrittura. Gli esercizi idonei, quindi, devono permettere al fanciullo di ottenere l’indipendenza del braccio e della mano, la coordinazione e la precisione dei movimenti delle dita, una pressione e una prensione funzionali, l’uso dei mezzi di espressione grafica.
ESERCIZI PER LA PRENSIONE E LA COORDINAZIONE OCULO-MANUALE
Si può cominciare con il fare compiere al bambino gesti usuali come: prendere, afferrare, posare; poi gesti simmetrici, asimmetrici, sincroni delle dita: dalla mano chiusa a pugno aprire le dita
contemporaneamente, prima adagio e poi tutte d’un colpo; fare le «farfalline» muovendo rapidamente le mani e ruotando il polso.
Si faranno, inoltre, eseguire attività come:
– aprire e chiudere scatole;
– sovrapporre cubi;
– avvitare e svitare dadi, botti ecc.;
– arrotolare uno spago attorno ad un bastoncino;
– utilizzare costruzioni e incastri vari;
– piegare della carta;
– annodare e sciogliere cordicelle;
– strappare della carta dapprima liberamente e poi seguendo dei tracciati;
– ritagliare seguendo linee diritte, curve e spezzate e poi figure geometriche;
– utilizzare la creta e la plastilina, formando palline con un movimento rotatorio o creando
forme liberamente;
– infilare ganci per formare catene;
– infilare perline;
– seguire i profili di oggetti o forme geometriche con il dito.
ESERCIZI PER LA PRESSIONE
– esercizi di stretta
– lasciare impronte della mano e delle dita su plastilina o das;
– ritagliare carta, cartone, stoffa, ecc.
– conficcare ed estrarre chiodini;
– strappare vari tipi di carta (velina, da giornale) in modo da graduare la forza e la pressione;
– pressare palle di varia natura (di spugna, di gomma, di ovatta ecc.);
– accartocciare carta crespa, carta da giornale, carta velina ottenendo palle di varia natura;
– utilizzare i timbri ecc.
ESERCIZI PER IL RILASCIAMENTO MOTORIO E LA PADRONANZA DEL GESTO GRAFICO
a) Esercizi scrittografici: grandi tracciati per fare acquisire al bambino il rilasciamento del braccio; i tracciati circolari richiedono, infatti, lo scivolamento di tutto l’avambraccio e della
mano sulla superficie grafica.
b) Esercizi di grande progressione: richiedono l’impegno di tutti i segmenti prossimali (braccio e avambraccio) e l’articolazione della spalla e del gomito. Le forme devono essere eseguite
con un tratto continuo per tutta la lunghezza del foglio.
c) Esercizi di piccola progressione: impegnano i segmenti più distali (mano e dita). Al bambino sarà richiesto di tracciare una serie di ghirlande che comportano una progressiva flessione
delle dita. I tracciati si possono integrare con piccoli disegni eseguiti in serie.
MATERIALI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI ESERCIZI GRAFO-MOTORI
Occorre considerare in dettaglio i materiali da usare, lo spazio grafico in cui il soggetto deve agire, i dispositivi da allestire affinché le condizioni nelle quali l’esercizio grafo-motorio si attua siano le
migliori possibili. I materiali sono svariatissimi: colori-dita, pennelli, pennarelli, gessi, carboncini, penne a sfera, matite.
La scelta degli strumenti dell’espressione grafica implica una conoscenza, da parte dell’educatore, delle capacità del bambino e delle possibilità che può offrire il mezzo grafico alle sue esigenze
motorie ed espressive. Occorre presentarli rispettando la gradualità delle difficoltà degli stessi.
Molto importante è l’uso dei colori-dita come mezzo che soddisfa innanzitutto l’esigenza sensoriale dei più piccoli. Non è raro osservare bambini che effettuano i primi approcci con la digito-pittura impegnando tutti gli organi di senso:
a. L’uso dei colori-dita è utile soprattutto per approfondire la conoscenza dello schema corporeo e trasferirla graficamente in grandi fogli stampandovi le impronte di mani e dita.
Dall’esecuzione di tali attività ne deriva una maturazione delle parti distali dell’arto superiore che consente la progressiva coordinazione dei movimenti fini della mano e delle dita, per cui il bambino può essere abituato alla prensione e alla coordinazione visuo-motoria mediante l’uso di pennelli e pennarelli che sono una via di mezzo tra la digito-pittura e l’uso della penna.
b. L’uso del pennello, per molti bambini, è da considerare un ottimo mezzo di preparazione alla scrittura. Il bambino dovrà imparare ad usarlo tutto per colorare grandi superfici e per
lasciare dei tratti spessi e doppi indispensabili per esprimersi graficamente ed esplorare lo spazio del foglio. Dovrà, in seguito, imparare ad utilizzare solo la punta, per tracciare linee
brevi e sottili, ed a ruotarlo per tracciare linee ondeggianti e per cambiare direzione. L’uso del pennello prepara il controllo e la precisione del gesto necessario nell’utilizzare matite o penne.
La capacità di prensione a pinza superiore favorisce la possibilità di utilizzare i pennarelli a grossa punta e i pastelli a cera.
c. Gessi e carboncini si usano molto agevolmente. La loro morbidezza permetto lo scorrere rapido della mano, il progressivo affinarsi della prensione, la modificazione di ritmo nella
traccia del segno grafico, una maggiore rapidità
d. La matita colorata va proposta con estrema cautela, per la difficoltà di ritoccare il lavoro con essa realizzato. Le matite colorate non sono ancora gradite in età prescolare perché
lasciano un tratto scialbo e colori tenui non ancora adatti ad esprimere l’immediatezza dei sentimenti infantili.
e. La matita normale, nera, non solo esige gesti precisi, in genere difficili per un fanciullo con decifits motori, ma fa nascere, in quest’ultimo, la tentazione della cancellatura dalla quale
conseguono fiacchezza, scarsa attenzione, errata convinzione di poter modificare il segno tracciato rimediando ad errori eventualmente commessi.
Al bambino che ha difficoltà nel tenere in mano la matita, si può dare un aiuto supplementare, mettendo uno spesso cilindro di creta da modellaggio, attorno all’asta della matita. Quando il bambino l’afferra, la creta si modella secondo la conformazione della mano e delle dita, permettendo una presa migliore, più adatta al bambino.
Si è ritenuto utile soffermarsi sui materiali da usare negli esercizi grafo-motori poiché si rileva molto spesso, nella scuola, la fretta di fare usare ai bambini la matita e la penna per farli scrivere nel senso inteso, anziché scegliere strumenti di grafismo più idonei alle loro esigenze psicomotorie.
L’uso dei vari mezzi di grafismo contribuisce a sviluppare nel bambino il senso stereognosico e una memoria muscolare che gli consente di saper adeguare l’intensità dei suoi movimenti anche in altre circostanze.
La conquista di matite a punta sottile è segno di notevole evoluzione psicomotoria e se il bambino è soddisfatto della treccia sottile lasciata dallo strumento sul foglio, vuol dire, che
ha interiorizzato bene la realtà ed ha acquisito una spiccata capacità simbolica.
Inoltre l’uso della matita e della penna richiede una coordinazione oculo-manuale molto fine ed impegna la mano e il braccio in un’attività motoria controllata ed equilibrata indispensabile nell’apprendimento della scrittura.
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Dott.ssa Francesca Tabellione
Dott.ssa Erika D’Antonio