argomento: DISPRASSIA
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L’alessitimia, o assenza di parole per esprimere le emozioni, è la ridotta capacità di una persona a riconoscere ed elaborare coscientemente le proprie emozioni. È anche definita come analfabetismo emotivo.
Si differenzia dell’anaffettività in quanto la persona anaffettiva è incapace di provare emozioni, mentre l’alessitimico non riconosce e non sa descrivere i propri stati emotivi né le emozioni altrui.
L’alessitimia per la psicologia non è di per sé una patologia, infatti non è presente nel DSM-5, ma rappresenta un modo di essere che può essere connesso a diversi disturbi psicofisici.
Questa parola viene dal greco e si compone del prefisso a-, che indica mancanza, lexis, che significa parola, e thymos, emozione.
La conoscenza del proprio mondo emotivo, dei sentimenti e delle emozioni, così come la capacità empatica ha notevoli ripercussioni nel processo psicofisico di sviluppo dell’individuo.
Le emozioni rappresentano un importantissimo elemento psicosomatico e sono fondamentali per l’elaborazione e la conoscenza del Sé e per stabilire rapporti interpersonali adeguati.
L’ alessitimico manifesta disturbi nella sfera cognitiva con difficoltà a:
-identificare e distinguere sentimenti ed emozioni e questi da sensazioni derivanti da alterazioni somatiche non emozionali
-comunicare agli altri le proprie emozioni e ciò che si prova
-comprendere o sentire gli stati emotivi e i sentimenti di un’altra persona
-mettere in atto processi immaginativi
-scarsa o assenza di empatia
difficoltà nel guardarsi dentro e nel prendere decisioni.
Le persone alessitimiche tendono a descrivere gli eventi con ricchezza di particolari, ma la comunicazione risulta piatta, carente di fantasia e immaginazione e priva di intensità emotiva, in quanto mancano i riferimenti a vissuti interiori, a desideri, a paure o sentimenti.
Anche se nella definizione non viene generalmente inclusa la difficoltà nel monitorare le emozioni e i sentimenti delle altre persone, numerosi studi hanno dimostrato che i soggetti con elevati punteggi di alessitimia mostrano importanti problematiche nell’identificazione delle emozioni a partire dall’espressione facciale degli altri. È stato inoltre osservato che individui alessitimici manifestano una limitata capacità di empatizzare con gli stati emotivi di altre persone (Parker et al., 2001). Il soggetto alessitimico, data l’incapacità di identificare e descrivere i propri stati emotivi, tenderebbe a concentrarsi esclusivamente sulle sensazioni fisiche che accompagnano le emozioni, e questo comporterebbe un’amplificazione di tali sensazioni e un’interpretazione errata dei segnali corporei come sintomi di malattie organiche (teoria della somatizzazione) (Lundh & Simonsson-Sarnecki, 2001).
Alcune ricerche evidenziano gravi difficoltà nel rapporto con le figure di riferimento durante i primi anni di vita, periodo centrale dello sviluppo psicoaffettivo di ogni persona. Sembra che l’alessitimia nasca in risposta a un contesto familiare in cui non è presente una relazione affettiva adeguata che permetta al bambino di sviluppare la mentalizzazione, ovvero la capacità di riconoscere e modulare i propri stati emotivi.
In quanto disregolazione emotiva, è stato dimostrato che nella relazione tra madre e bambino, nel neonato non si sviluppa, o si sviluppa solo parzialmente, la capacità di regolazione fisiologica dell’organismo e del controllo emozionale.
Alcuni autori hanno poi ipotizzato che gli individui che hanno difficoltà a percepire i propri stati emotivi, a identificarli e a differenziarli, tendono ad attuare in modo intensivo e continuativo comportamenti maladattivi e disfunzionali, nel tentativo di regolare e controllare le emozioni, altrimenti vissute come intollerabili e non gestibili.
La presenza concomitante di alessitimia è alla base di diversi aspetti delle difficoltà socio-emotive che si riscontrano comunemente negli individui con Disturbi dello Spettro Autistico. Per esempio, alcuni studi hanno dimostrato che l’alessitimia è all’origine della difficoltà a guardare negli occhi e riconoscere le espressioni facciali e vocali delle emozioni (Bird & Cook, 2013). Un altro aspetto direttamente influenzato dalla presenza di alessitimia sembra essere quello del decision-making (presa di decisioni): la ridotta capacità di riconoscere il proprio stato interno comporta che i segnali emotivi non vengano percepiti, e dunque integrati, durante il processo di decision-making, e questo può portare a processi di scelta non esaustivi (Shah et al., 2016).
Una ricerca molto recente di Gaigg e collaboratori (2018) ha valutato l’ipotesi che l’alessitimia comporti una riduzione della consapevolezza di altrimenti intatti aspetti fisiologici delle esperienze emotive nei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD).
Lo studio ha incluso 13 adulti con ASD (1 donna e 12 uomini) e 13 adulti neurotipici (tutti uomini), simili tra loro per età, funzionamento cognitivo e presenza di alessitimia. Ai partecipanti è stato chiesto di mettere in ordine 70 immagini a seconda che li facessero sentire bene o male, e in base a quanto intensa fosse l’esperienza emotiva.
I risultati emersi suggeriscono che la presenza di alessitimia comporti una disfunzione della misura in cui l’arousal fisiologico modula l’esperienza emotiva soggettiva in soggetti con o senza diagnosi di ASD. Ciò consente di fare alcune considerazioni su come essere di supporto alle persone con ASD che manifestano alessitimia in comorbilità: l’alessitimia, infatti, tende ad avere un impatto negativo sull’efficacia dei trattamenti psicoterapeutici, e le persone con ASD cercano frequentemente aiuto per problematiche come ansia e depressione. Poiché sembra che l’alessitimia includa una difficoltà ad avere consapevolezza dell’arousal fisiologico connesso all’attivazione emotiva, se ne deduce che le terapie basate sulla mindfulness, promuovendo una maggiore consapevolezza dell’esperienza momento per momento di pensieri, emozioni e sensazioni corporee, potrebbero essere utili per liberare l’effettivo potenziale degli interventi psicoterapeutici con persone con ASD e alessitimia (Gaigg et al., 2018).
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