LA DISORGANIZZAZIONE FUNZIONALE ESECUTIVA ALLA BASE DELLA DISLESSIA
Maggio 3, 2020I GENITORI E GLI INSEGNANTI POSSO ACCORGERSI DI UN EVENTUALE DISORDINE/DISTURBO NEL BAMBINO GIÀ NEI PRIMI ANNI DELLO SVILUPPO (0-5 ANNI)?
Giugno 16, 2020La capacità di vedere e di elaborare gli stimoli visivi è fondamentale per lo sviluppo del bambino a livello cognitivo, neuromotorio, comportamentale e relazionale.
Il modo in cui vediamo e utilizziamo i nostri occhi, percependo il mondo circostante attraverso la vista, dipende da numerose connessioni neuronali che richiedono una maturazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e una adeguata integrazione e processazione delle informazioni sensoriali.
La percezione visiva, che non è l’acuità visiva (capacità di vedere distintamente gli oggetti) è un processo complesso di ordine superiore che prevede l’analisi, la selezione e l’elaborazione degli stimoli visivi che giungono al cervello, in particolare nelle aree visive cerebrali, le quali realizzano l’immagine mentale di ciò che è stato osservato attraverso i movimenti oculari e la capacità di fissazione.
La percezione visiva riguarda il “come si vede”, l’acuità visiva il “quanto si vede”!
Possedere una buona percezione visiva equivale ad avere anche ben sviluppate e mature le abilità oculo – motorie, oculo – manuali e di integrazione visuo – motoria, oltre che una buona acuità visiva.
Sia i processi visivi che quelli uditivi, sono alla base dell’apprendimento scolastico. Tuttavia, tali processi, per poter essere ben organizzati e funzionali, necessitano di basi o fondamenta sensori – motorie solide, e pertanto di funzioni sensoriali (vestibolari, propriocettive, tattili) del cervello che si sono sviluppati correttamente.
Spesso il bambino viene esaminato per cercare un eventuale deficit presente in una sola area, ma bisognerebbe considerare la globalità delle aree, ad esempio valutare la percezione visiva, uditiva e tattile.
Sin da neonati abbiamo riconosciuto il volto di nostra madre e successivamente, attraverso il movimento, orizzontale prima (carponi) e verticale dopo (stazione eretta e cammino) abbiamo imparato le distanze (la metria), dunque l’organizzazione spaziale, le forme, la natura dello spazio e degli oggetti, l’organizzazione temporale (percezione del ritmo). Ancor prima di vedere con gli occhi, grazie alla gravità, possedevamo una prima “percezione dello spazio”.
Come facciamo a capire che il bambino presenta un problema di percezione visiva e quali sono i principali campanelli di allarme già a 4 anni?
Scarsa capacità di valutare i rapporti spaziali tra il proprio corpo e lo spazio circostante, tra il proprio corpo e gli oggetti o tra il proprio corpo e un’altra persona: il bambino urta spesso contro gli oggetti, i mobili, le persone, scivola da uno scalino, perché fatica a regolare e organizzare lo spazio circostante e a metterlo in relazione con il proprio corpo.
Difficoltà nel mantenere la fila con gli altri bambini
Difficoltà a organizzare e pianificare la sequenza di un gioco o di un’attività
Difficoltà in molti compiti di coordinazione oculo – manuale (incollare figurine o piccoli pezzettini di carta, girare le pagine di un libro, lanciare e afferrare una palla, infilare perline, cucire, fare incastri, ritagliare i contorni di una sagoma, ecc..
Disfunzioni nel sistema vestibolare (scarso equilibrio, goffaggine, difficoltà di percezione spaziale, disorientamento, difficoltà nel seguire oggetti in movimento nel proprio campo visivo o nel spostare gli occhi da un punto all’altro, scarso lavoro sinergico dei muscoli oculari e del collo)
Difficoltà nel rimanere all’ interno dei contorni di una figura quando colora (il bambino tende a colorare sempre sullo stesso punto, a bucare il foglio o ad uscire dai bordi)
Difficoltà nel rispettare le linee, i margini o i quadretti nella scrittura, nel seguire il rigo nella lettura, nell’a – capo (scorrere nelle righe), confusione di grafemi simmetrici (b – d – p – q), frequenti inversioni e specularità, difficoltà nel leggere le parole nere su uno sfondo bianco, nell’ incolonnamento spaziale dei numeri
Scarsa capacità di produrre adeguatamente le varie dimensioni delle lettere, tratto grafico irregolare anche nella continuità, fluenza, spessore, chiusura, spazio, ritmo (disturbi della grafia)
Scarso interesse nel fare un puzzle o nel giocare con le costruzioni
Difficoltà nell’individuare i particolari all’interno di una figura con iperstimolazioni (il bambino manifesta problemi nella capacità di scansione e ricerca visiva)
Impaccio nelle abilità manuali e nelle prassie di vita quotidiana/A.V.Q. (mettersi i vestiti, abbottonarsi-sbottonarsi, allacciarsi le scarpe o mettersi le scarpe al posto giusto, usare cerniere, ecc.)
Difficoltà nel riconoscimento di forme geometriche (triangolo, quadrato, rombo, cerchio, rettangolo) e di segni matematici (confonde + e x)
Disegno immaturo: il bambino mostra difficoltà nella riproduzione delle proporzioni tra forme e figure, nel disegnare i particolari o i rapporti spaziali tra gli elementi, nell’organizzazione dello spazio-foglio, nel corretto utilizzo degli strumenti per il disegno tecnico (righelli, squadre e compasso)
Difficoltà nel riconoscere le differenze e le somiglianze nelle immagini, nel costruire o risolvere labirinti
Impaccio nell’organizzare il materiale scolastico o la sua cameretta a casa.
Pertanto, per poter lavorare accuratamente con un bambino che manifesta problemi di percezione visiva, consigliamo di non partire da attività prassico – costruttive o grafo-motorie: tali lavori sarebbero “riduttivi” e stimolerebbero solo le “capacità superiori”, senza però aiutare il bambino a organizzare e utilizzare la sua abilità visuo- percettiva in modo efficace per gli apprendimenti e per il suo sviluppo neuropsicomotorio.
Per aiutare lo sviluppo visivo sono utili, in primo luogo, tutte le attività sensori – motorie (stimolazioni tattili, propriocettive, visive, vestibolari) e, in secondo luogo, esercizi/attività di inseguimento visivo (lavoro sui muscoli oculari), di coordinazione oculo – manuale e oculo – motoria, visuo – spaziali e visuo – percettive (incastri, costruzioni, tangram, puzzle, tetris, giochi di problem solving, labirinti, somiglianze e differenze, ecc.), grafomotorie (disegno, campiture, griffonages, segni prescritturali, tracciare linee varie all’interno di binari, ecc.)
Qualora incontriate alcuni o molti dei segni e dei sintomi sopra elencati nel vostro bambino, sarebbe opportuna una valutazione Neuropsicomotoria da parte di specialisti del settore.
Dott.ssa TNPEE Francesca Tabellione
Dott.ssa TNPEE Erika D’Antonio
Bibliografia:
Learning disabilites, Boston, Haughton Mifflin Company (1993)
Socioemotional disturbancies of learning disablet children (Rorke, 1988)
Fisiologia del comportamento (Neil R. Carlson)
1 Comment
Condivido pienamente quanto riportato nell’articolo, aggiungo che il progetto riabilitativo, coordinato dalla Npi dovrà si tener conto di una valutazione neuro psicomotori a ma anche, indispensabile, di una valutazione ortottica/optometrica. Necessaria per un adeguato progetto riabilitativo.
Dott. Bruno Muscarà