LA DISGRAFIA

COPERTINE (38)
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La Disgrafia è un disturbo specifico dell'apprendimento che si manifesta come difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici sia quelli numerici. Essa riguarda esclsivamente il grafismo, gli aspetti esecutivo-motori, visuo-motori ma può anche influenzare le regole ortografiche a causa della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione.
 
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1. POSIZIONE E PRENSIONE
Il bambino disgrafico scrive in modo molto irregolare, manifesta una impugnatura dello strumento grafico scorretta e spesso la sua mano scorre con fatica sul foglio. Anche la postura del corpo è inadeguata: il gomito non sempre viene appoggiato sul tavolo e il busto è eccessivamente inclinato. La mano non dominante non tiene fermo il foglio affinché si evitino spostamenti che possano incidere sulla qualità del tracciato grafico, ma è utilizzata per giocherellare con il materiale presente sul tavolo (gomma, matita)
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2. ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO GRAFICO
Si evidenzia una difficoltà nell'organizzazione dello spazio-foglio: il bambino manifesta una difficoltà visuo-spaziale, fa fatica a rispettare i margini del foglio/quaderno, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue il rigo (procede sopra e sotto rispetto allo stesso) né il quadretto di riferimento
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3.  PRESSIONE SUL FOGLIO
Il bambino disgrafico manifesta anche un'alterazione del tono muscolare, in eccesso o in difetto, denominata "paratonia" che influisce sul tratto grafico il quale si presenta o troppo forte o troppo debole (il b.no non riesce a regolare la pressione della mano sul foglio). Sono inoltre frequenti le "sincinesie", ovvero atti motori involontari non direttamente implicati nell'attività grafica
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4. DIREZIONE DEL GESTO GRAFICO
Si osservano inversioni sia nella direzionalità del gesto grafico, ad esempio nella riproduzione dei grafemi (dal basso verso l'alto) o nella chiusura del cerchi (in senso orario anziché antiorario) sia nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra
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5. PRODUZIONI GRAFICHE
Il bambino disgrafico presenta difficoltà anche nella riproduzione di forme geometriche (triangolo, quadrato, rettangolo - non riproduce bene gli angoli e tende spesso a non chiudere bene le figure), nel disegno spontaneo, che spesso è immaturo e manca di particolari, con difficoltà evidenti nella pianificazione e riproduzione grafo-motoria
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6. ESECUZIONE DI COPIE
La copia di parole e di frasi è scorretta e sono frequenti le inversioni del gesto grafico come conseguenza di immaturità nella coordinazione oculo-manuale, ovvero della difficoltà di seguire con lo sguardo il proprio gesto grafico. Risulta difficoltosa la copia dalla lavagna, poiché il bambino deve prestare attenzione a più compiti in contemporanea: distinguere la parola dallo sfondo, spostare lo sguardo dalla lavagna al foglio, riprodurre i grafemi, dunque unire le coordinate spazio-temporali
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7. DIMENSIONI E UNIONE DEI GRAFEMI
Si evidenzia una notevole difficoltà nella riproduzione delle dimensioni delle lettere, le quali risultano troppo grandi o troppo piccole. Pertanto si assiste ad una irregolarità nelle dimensioni e un'alternanza di micro e macrodimensioni. Inoltre il bambino, mancando di fluidità, spesso tende ad unire le singole lettere o, al contrario, a slegarle. Il tratto grafico è irregolare (dimensione, spessore, ritmo, chiusura, spazio) e la grafia è discontinua (si osservano riprese grafiche e frequenti ritocchi)
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8. RITMO GRAFICO
Si evidenzia un'alterazione del ritmo di scrittura: il bambino alterna lentezza a precipitazioni e la sua mano esegue movimenti a scatti, con frequenti blocchi, interruzioni, discontinuità: questo impedisce di realizzare quell'armonia tipica del gesto grafico e che caratterizza una scrittura fluida e lineare
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Dott.ssa Francesca Tabellione, Erika D'Antonio
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tnpee, psicomotriciste funzionali, terapiste itard, riabilitatici del gesto grafico, supervisori e ideatrici di volumi educativi/riabilitativi, specializzate nella valutazione e nel trattamento dei disordini dell'età evolutiva
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da admin – 03 marzo 2021